#crepe

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C’è una crepa in ogni cosa, ed è da lì che entra la luce”. Leonard Cohen

L’immagine in evidenza nella sezione Frammenti di questo sito è il dettaglio di una scultura dell’artista coreana Yee Sookyung, l’opera Translated Vase è fatta dall’unione dei frammenti di oggetti di porcellana che accidentalmente si sono rotti, perdendo l’originaria forma e unità. Sappiamo dall’artista che l’idea è nata dalla visita nello studio di un ceramista tradizionale coreano che distruggeva ogni vaso non corrispondente ai suoi standard di perfezione formale. La ricerca di Sookyung, come spesso accade nell’arte contemporanea, parte in opposizione ad un gesto radicale che scarta ciò che non è conforme ad un modello ideale di perfezione formale, e procede in direzione contraria utilizzando i frammenti di ciò che è rotto per creare nuove forme e veicolare nuovi significati. Per legare i frammenti restaurati nelle sue sculture, Sookyung utilizza l’antichissima tecnica Kintsugi della tradizione giapponese, utilizzata per riparare le porcellane rotte riempendo le crepe con polvere d’oro e resina laccata. Le sottili venature d’oro che evidenziano i punti di frattura anziché nasconderli, trasformano un oggetto danneggiato in un piccolo gioiello.

Questo tipo di tecnica e la ricerca dell’artista coreana portano il pensiero verso significative metafore, e considerazioni sulla Storia, sulle dinamiche sociali, sui percorsi individuali.

L’artista utilizza nei suoi Translated Vase cocci di ceramiche e porcellane appartenenti ad epoche e stili diverse, concatena così tempo e memoria, attraverso un’azione trasversale che riconosce il valore della tradizione e della Storia in funzione, però, di una ricerca che rielabora e ricompone evidenziando e mettendo a valore i punti di frattura, le crepe, gli scollamenti che sono i passaggi fondamentali per andare verso nuovi orizzonti e modi di vedere, verso il rinnovamento, verso la necessaria rigenerazione dei comportamenti soggettivi e sociali. Vuol dire comprendere anche che nei momenti di apparente radicale rottura con il passato, nei cambi di paradigmi, in realtà ciò che è stato prima continua a modellare il presente, per continuità o per opposizione. Si procede verso il cambiamento ricombinando i “cocci” in modo da cambiare completamente prospettive e punti di vista, e quanto più sarà profondo il cambiamento e forte la nuova forma, tanto più si avrà la capacità di comprendere e mettere a valore i punti di frattura, farne una forza, un fondamento. La storia delle avanguardie artistiche dai primi anni del novecento ad oggi può esserne un esempio.

Nella nostra esperienza quotidiana di individui del XXI secolo, siamo chiamati ad essere sempre di più consumatori veloci di qualunque bene materiale e immateriale, e il concetto di recupero, nonché di paziente ricostruzione in forma creativa e consapevole di ciò che si è rotto, non è previsto. Tuttavia la società contemporanea è basata sulla frammentazione. Scrive Zygmunt Bauman: ”Nella nostra epoca il mondo intorno a noi è tagliuzzato in tanti frammenti scarsamente coordinati, mentre le nostre vite individuali sono frammentate in una successione di episodi mal collegati fra di loro.”

Nell’epoca post-moderna sta cambiando la percezione del tempo che percepiamo “frammentato in una moltitudine di particelle separate, ridotte ad un punto”, un tempo consumabile istante dopo istante, qui ed ora, nello spazio indefinito ed astratto del villaggio globale, dove ciò che più conta è la ricerca di una astratta felicità. Questa astrazione dalla (e della) realtà ci porta ad essere noi stessi frammenti, incapaci però di ricollegarci ad un tutto. Perdere il senso della continuità storica, del legame sociale, delle radici, vuol dire andare verso l’individualismo senza individualità, far parte di una totalità che non sa più esprimere unità. “Il diritto ad una felicità individuale è possibile solo a patto che si realizzi una felicità collettiva” (Il diritto alla felicità, Roberto Tiberi 2019)

Le fratture possono essere sociali, siamo ancora capaci di sentirci società, non solo insieme come somma delle parti , ma capaci di dare vita ad un terzo soggetto che comprenda e superi ciascun frammento? Prendendo a prestito un concetto della Teoria del restauro di Cesare Brandi: “dare vita all’unità che spetta all’intero e non l’unità che si raggiunge con il totale delle parti”.

Rischiamo di perdere la delicata linea d’oro che unisce i frammenti di porcellana delle sculture di Sookyung, che permette ad ogni frammento di essere unico nel suo peculiare stile, unico per il suo valore, ma anche capace di rappresentare e far parte del Tutto di una forma nuova, che comprende e al contempo consapevolmente rigenera.

La vita di ognuno di noi è fatta di fallimenti, o esperienze che aprono crepe e ferite. Le fratture possono essere interiori, e dobbiamo metterle a valore, transitare lungo le ferite e ricucirle facendone punti di forza, senza nasconderle ma facendone anzi fonte di nuove partenze, nuove energie.

Attraverso le crepe e le ferite interiori si può cambiare prospettiva, e acquisire un senso nuovo della vita e di sé stessi. Ricomporre i cocci che a volte abbiamo dentro, può darci l’opportunità di creare nuove mappe interiori, più autentiche perché create dalla nostra capacità di resilienza, può essere l’opportunità di fare della propria vita un’opera d’arte.

Ognuno di noi è artista della propria vita: che lo sappia o no, che gli piaccia o no”, Zygmunt Bauman

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