Angelo Paccosi. Materia e Colore.

Angelo Paccosi. Materia e Colore.

Angelo Paccosi ha sintetizzato così la sua ricerca, nella recente tappa espositiva presso la  sala delle colonne a Palazzo Chigi Albani di Soriano nel Cimino.

Le opere di questo interessante artista indagano il rapporto tra la particolare capacità della materia di dialogare con lo spazio e la  potenzialità espressiva del colore. Paccosi concentra nel suo lavoro l’occhio dello scultore e la sensibilità del pittore. Le opere di Paccosi occupano lo spazio con la stessa potenza di una scultura. Il colore c’è, ma è la densità, la materia che raggiunge subito la percezione dello spettatore.

 

 

  

 

Lo spessore della materia pittorica gioca con la luce, la distanza, l’angolazione dello sguardo, uno stiacciato pittorico che crea suggestioni prospettiche, luci ed ombre. Il soggetto è sempre l’umano, la ricerca espressiva, emotiva, passionale, attraverso la rappresentazione del corpo: nudi di donna, centauromachie, arlecchini, bambini. Bellezza incastonata nella materia: l’essere umano è anche questo, la riflessione profonda e commossa che attraversa tutto il suo lavoro. Le figure e gli elementi, incisi e sottolineati a contorno nero, guadagnano la forma dall’impasto denso della materia grezza che accoglie i pigmenti del colore, si muovono nello spazio della tela che l’artista volutamente organizza con l’impulso, la freschezza intellettuale dei tratti della prima trasposizione di un’ immagine mentale, visiva della composizione, il primo studio, il disegno di getto. La tela grezza è metafora dell’esigenza di preservare la purezza, la sincerità assoluta del pensiero, e del sentimento creativo. Paccosi affida l’intensità della sua visione all’immediatezza del gesto e ci consegna intatto il suo mondo interiore. Nella sua ricerca, attraverso una personalissima tecnica, Paccosi dialoga con tutta la storia dell’arte, tenendo al centro il legame stretto con la materia. La tavolozza, l’organizzazione cromatica delle opere gioca sui colori caldi, ambrati, colori della terra, del corpo, della pelle. Poetica del gesto e del colore insieme.

     

Dialogando con Angelo Paccosi, nella giornata di chiusura della sua mostra Materia e colore…

Patrizia. Le tue opere sono pittoriche, ma hanno la particolarità di essere molto materiche, dense…il tuo rapporto con la materia sembra al centro della ricerca..

Angelo. Giocare con la materia gesso , stucco appartiene alla mia ricerca, è stato sempre nelle mie corde. E’ stato sempre nelle mie corde il rapporto con la materia, questa tecnica è nata sperimentando quasi per caso, nell’opera Bambini che giocano a palla ho voluto vedere quello che succedeva disegnando direttamente sul gesso applicato fresco sulla tela grezza, lasciandola così grezza una volta dipinta per vedere l’effetto finale e ho capito che a seconda dell’incidenza della luce, della distanza, dell’angolazione il quadro dipinto era in grado di dare qualcosa, di occupare lo spazio in un altro modo, che era proprio quello che volevo ottenere con la mia ricerca.

P. Il tuo lavoro, la tua tecnica ha un rapporto in qualche modo anche con l’incisione e il rilievo..

A. Il mio lavoro è molto sperimentale, istintivo, non faccio disegni preparatori, a volte non so quale sarà il soggetto quando preparo la tela, preparo la tela con lo stucco e incido la superficie con la punta di un pennello, è una tecnica che richiede una grande rapidità e velocità di esecuzione perché lo stucco si solidifica in fretta. Ma è proprio quello che voglio, perché più il gesto è rapido e più riesci ad esprimere di getto quello che hai dentro. Più a lungo lavoro su un’opera e meno la sento mia, perché ritengo che più l’esecuzione è rapida e più è istintuale, spontanea, vera.

A. I colori li utilizzo con un sistema, la prima stesura dei colori la faccio quasi al buio, il mio primo interesse è verso la visione d’insieme, mi concentro sulla massa, sull’aspetto materico, poi con la luce del giorno a secondo di quello che in quel momento sento vado avanti con la stesura dei colori, ma il colore è quello che più risponde allo stato d’animo del momento, e meno dal soggetto dell’opera. Per esempio l’opera che ho fatto durante il covid Sconforto, è un arlecchino, è un’opera molto cupa, in quel momento drammatico con le immagini delle bare che sfilavano davanti ai nostri occhi, per quello che avevo dentro non riuscivo ad utilizzare colori accesi.

La stesura dei colori, la colorazione certo è la parte più lunga del lavoro, ma il momento più bello per me è quando mi trovo davanti alla tela bianca e fisso il soggetto sulla superficie. E’ quello il momento creativo in assoluto.

P. Nelle tue opere è forte lo sguardo a tutta la storia dell’arte..

A. Molto forte, già da bambino passavo le ore a guardare le sculture di Michelangelo, ma anche maestri della pittura Modigliani, Chagall che amo molto..

P. In tanta produzione artistica contemporanea sembra scomparsa la ricerca estetica, la bellezza grande esiliata…

A. Gli artisti contemporanei sono forse troppo intellettuali…la ricerca estetica, la ricerca della bellezza oggi spesso è messa da parte, ma tutte le forme di arte sono l’espressione più vera per esprimere sensibilità e sentimenti, per esprimere l’animo umano. Cos’ altro può salvare il mondo se non la sensibilità e la bellezza.. la bellezza può salvare il mondo.

Tutte le immagini nell’articolo courtesy  @AngeloPaccosi

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